Oggi, 1° giugno 2023, anche Altrefiamme è presente all’incontro “The impact of the biomass domestic heating appliances on air quality and their management”, organizzato in Regione Lombardia con il supporto di FLA Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Un momento di confronto tra professionisti ed enti del comparto della biomassa, per fare il punto sulle ultime evoluzioni del settore e definire i prossimi driver di un business sempre più digitale e attento ad un consumo che tuteli l’ambiente e le persone.
Le evidenze scientifiche
Recenti studi scientifici sull’uso della legna come fonte energetica evidenziano gli impatti delle emissioni di questa sorgente sulla qualità dell’aria e gli effetti potenzialmente pericolosi per la salute della popolazione esposta, sia all’interno delle abitazioni sia all’esterno, al verificarsi di determinate condizioni.
Il riscaldamento domestico a legna e a pellet, in particolare, è responsabile di quasi la metà delle emissioni totali regionali di polveri sottili primarie (PM10 e PM2,5), per una buona parte attribuibile agli apparecchi più vecchi, quali caminetti aperti e stufe tradizionali che, quando a norma, spesso sono poco efficienti e molto inquinanti.
A ciò, va aggiunto un dato a livello nazionale che è ben più di un campanello di allarme: ogni anno si verifichino circa 10.000 incendi di tetti derivanti da canne fumarie non correttamente installate o manutenute.
Questi sono solo alcuni dei dati utili a comprendere quanto la combustione domestica della legna presenti aspetti di criticità da valutare con attenzione.
La posizione di ANFUS
Tra gli speaker presenti, Sandro Bani – Presidente ANFUS che ha evidenziato anzitutto quali debbano essere le buone pratiche e l’approccio preventivo utile a ridurre le criticità ambientali.
Quanto è diventata importante la corretta divulgazione di un messaggio di interesse collettivo? Quanto è utile a raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale che interessano tutto il comparto fumisteria?
«Bisogna partire dal ruolo che ricopre la comunicazione del nostro comparto, che oggi è fatta soprattutto di emergenze e informazioni confuse o contraddittorie. Dato che la percezione del pericolo è variabile per ognuno di noi, erroneamente si è portati a pensare che non esista un reale problema, motivo per il quale non c’è un impegno significativo nel trovare soluzioni efficaci.
Noi siamo in cima alla filiera ed è da noi che deve partire la divulgazione di un messaggio che sia utile alla corretta gestione degli impianti sia per tutti gli operatori dell’indotto che per il consumatore finale e la sua famiglia».
Quali sono i comportamenti che possono limitare o ridurre i danni al nostro Pianeta e che derivano da attività umane?
«Ottimizzare i vari passaggi della filiera per ridurre al minimo le emissioni anche attraverso l’offerta di un servizio che sia commisurato alle reali necessità del consumatore e perfezionato sulle esigenze del singolo e sullo stato attuale del suo sistema di riscaldamento, tenendo sempre sotto controllo il livello di emissioni.
In questo secondo passaggio, la differenza la fa la manutenzione che, avvalendosi della digitalizzazione, può offrire un servizio puntuale e con un rendimento decisamente più alto».
E quindi, quanto diventa rilevante la figura di un operatore professionale nel raggiungimento di obiettivi collettivi?
«La risposta a questa domanda passa da un percorso educativo, prima ancora che formativo, che si avvalga degli adeguati strumenti tecnologici oggi a disposizione, che siano in linea con i tempi, per aggiornare e responsabilizzare i consumatori attuali e facilitare l’apprendimento, incrementando la consapevolezza di quelli futuri.
La gestione corretta dei singoli elementi dell’impianto domestico, porta ad un princìpio che deve essere condiviso a monte, quello della precauzione, che può essere trasmesso soltanto da un operatore formato che trasferisca questo messaggio ai privati cittadini».
È dunque in atto un cambiamento epocale?
Ad oggi inizia a muoversi qualcosa: diverse regioni in Italia si sono attivate per riconoscere alcune figure professionali finora non inquadrate, per definire le competenze specifiche di ciascun operatore della filiera ed integrare il tutto con un percorso normativo che sia il primo passo nel percorso che porta ad una tracciabilità sempre più sicura e certificata.
Più che di cambiamento epocale, possiamo parlare del passaggio generazionale già in atto, che ha coinvolto anche il nostro comparto e che ci auguriamo possa essere lo spunto che serviva per operare un adeguamento ai tempi oramai indispensabile e soprattutto per attrarre nuovi giovani professionisti all’interno del settore».
Sandro Bani, Presidente ANFUS
Migliorare insieme verso un obiettivo comune fa la differenza tra un semplice traguardo e un progetto a lungo termine.
Ciascuno di noi, nella sua quotidianità, può fare molto per ridurre le emissioni inquinanti, migliorando la qualità dell’aria e della nostra salute anche negli ambienti domestici.